Producción de Pasta italiana 2007-UN.I.P.I.-2013-(A.I.D.EP.I.),

Producción de Pasta italiana 2007

Escrito por Ferran Sala en Pasta

L’industria italiana delle Paste alimentarinel 2007 (1)

Quantità (tonnellate)

Valore (milioni di Euro)

TOTALE PASTE ALIMENTARI SECCHE
Stima Produzione totale 3.228.344 3.757
- Pasta secca 3.103.344 3.163
- Pasta fresca 125.000 594

Stima Consumo Nazionale Totale 1.528.000 2.304
- Pasta secca 1.403.000 1.710
- Pasta fresca 125.000 594
EXPORT TOTALE 1.700.344 1.453

STIMA CONSUMO PRO-CAPITE (kg) totale 27
pasta secca 25
pasta fresca 2


PASTE ALIMENTARI SECCHE
- Produzione 3.103.344 3.163
- Mercato nazionale 1.403.000 1.710
- Esportazioni (2) 1.700.344 1.453
di cui:
Pasta secca di semola

- Produzione 2.800.725 2.464
- Mercato nazionale 1.300.000 1.396
- Esportazioni (2)1.508.725 1.068

Pasta secca all’uovo

- Produzione 176.222 393
- Mercato nazionale 96.000 279
- Esportazione (2) 80.222 114

Pasta secca ripiena

- Produzione 118.397 306
- Mercato nazionale 7.000 35
- Esportazioni (2) 111.397 271

PASTA INDUSTRIALE FRESCA (3)
- Mercato nazionale 125.000 594
– di cui
– pasta fresca ripiena 56.000 377
– pasta fresca all’uovo 17.000 76
– pasta fresca di semola 18.000 53
– gnocchi 34.000 88

PESO RELATIVO DEI VARI FORMATI (%)
- Pasta lunga 33
- Pasta corta 67


MATERIE PRIME UTILIZZATE
- Grano duro 5.024.000
- Uova 110.000

NUMERO DEI PASTIFICI 148
- Pasta secca (4) 128
- Pasta fresca (5) 31


NUMERO DEGLI ADDETTI 7.904
- Pasta secca 6.429
- Pasta fresca 1.475


POTENZIALITA’ PRODUTTIVA ANNUA 4.800.000

GRADO UTILIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI (in %) 67

Fonte: Stime UN.I.P.I. su dati ACNielsen Retail (2007/2006) e ISTAT
(1) Paste secche e fresche salvo diversa indicazione
(2) Comprese paste fresche
(3) Super+iper+libero servizio+tradizionali+discount
(4) Di cui n. 11 stabilimenti produttori anche di pasta industriale fresca

Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane  -2013

Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane (A.I.D.EP.I.)
(A.I.D.EP.I., l.Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane è una nuova realtà nata dalla fusione di due preesistenti associazioni di categoria, l.Associazione delle Industrie Dolciarie Italiane e l.Unione Industriali Pastai Italiani. Oggi A.I.D.EP.I., mettendo a frutto l'esperienza e la passione delle due associazioni da cui proviene, rappresenta e tutela le aziende italiane produttrici di pasta, confetteria, cioccolato e prodotti a base di cacao, biscotti e prodotti dolci da forno, gelati, dessert, pasticceria industriale e cereali da prima colazione)

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Storia
Quando l’uomo diventa agricoltore
La storia della pasta ha inizio quando l’uomo abbandona la vita nomade e si dedica all’agricoltura, iniziando a coltivare il grano. Nei secoli, l’uomo ha imparato a lavorare sempre meglio questo prezioso cereale, impastandolo con acqua, spianandolo in impasti sottili e cuocendolo su pietra rovente.

Le “laganon” dell’antica Grecia
I Greci preparavano già il primo precursore della pasta, il “laganon”, un foglio grande e piatto di pasta, agliato e tagliato a strisce. Da “laganon” deriva il “laganum” latino, che Cicerone cita nei suoi scritti. “Lagane” e sfoglie di pasta conquistarono l’Impero e, come spesso accade, ogni popolo adattò la novità alle proprie esperienze.

Gli Arabi inventano l’essiccazione
Furono gli Arabi del deserto a essiccare per primi le paste per meglio conservarle, poiché nelle loro peregrinazioni non avevano sufficiente acqua per confezionare ogni giorno la pasta fresca. Per permettere una rapida essiccazione, si diede alla pasta una forma di cilindretti forati. Il più antico documento a proposito è il libro di cucina di ‘Ibn ‘al Mibrad (IX sec), dove appare un piatto comunissimo tra le tribù beduine e berbere, ancor oggi conosciuto in Siria e in Libano: si tratta della “rista”, cioè maccheroni essiccati conditi in vario modo, soprattutto con lenticchie.

“Un cibo di farina in forma di fili”
La prima data certa nella storia della pasta in Italia è il 1154, quando in una sorta di guida turistica ante litteram il geografo arabo Al-Idrin menziona “un cibo di farina in forma di fili”, chiamato “triyah”, che si confezionava a Palermo e si esportava in botti in tutta la penisola. In Sicilia oggi si trovano ancora la tria bastarda e i vermiceddi di tria; nel Salento la massa e tria e i ciceri e tria; nell’area barese c’è la tridde, diminutivo di tria.

Macaronis
Altra data importante è il 1279, quando il notaio genovese Ugolino Scarpa redige l’inventario degli oggetti lasciati da un marinaio defunto, tra i quali figura anche una “bariscela plena de macaronis”.
Sappiamo che Marco Polo tornò dalla Cina nel 1295: viene così sfatata la leggenda che la pasta italiana provenga dalla Cina e che sia stato l’esploratore veneziano a introdurla in Italia (quella conosciuta in Cina, peraltro, aveva poco a che vedere con quella di grano duro tipica del nostro paese). Di pochi anni dopo è il debutto della parola “maccheroni” nella forma letteraria: ne scrive il Boccaccio nel suo Decameron.

Essiccazione all’aria e “in giostra”
Il clima secco e ventilato della Liguria, della Sicilia e della Campania (in particolare a Torre Annunziata e a Gragnano) favorirono la produzione della pasta, che per secoli venne lasciata essiccare tramite semplice esposizione all’aria.
Più tardi, nel Nord Italia, dove il clima era meno favorevole, per essiccare la pasta s’inventò la giostra, un marchingegno di legno formato da un’asse centrale verticale che sosteneva i telai con le paste corte o in matassa, o le canne con la pasta lunga. La giostra si trovava in un locale riscaldato e girava utilizzando forza motrice idrica o animale.

Arriva il pomodoro
Il mitico “sposo” della pasta, il pomodoro, arrivò in Italia dal Perù nel 1554, ma la coltivazione su larga scala ebbe inizio solo nel XVII secolo. La pasta col pomodoro, quindi, nasce “appena” quattro secoli fa.

La nascita delle corporazioni
Nel 1500 i maestri di paste alimentari si riunirono in sodalizi di mestiere. Troviamo corporazioni di pastai a Roma, Napoli, Palermo, Milano e Savona. Nelle città dove tale arte era meno fiorente, i pastai si immatricolavano insieme con i fornai. A Roma regnava un’atmosfera “protezionista”: per chi vendeva pasta senza essere un fornaio erano previste forti multe e pene corporali: fino a 25 scudisciate, prigione e berlina.

L’invasione dei vermicelli
Nel XVII secolo erano talmente tante le botteghe dei vermicellai di Roma, che Papa Urbano VIII, nel tentativo di regolare il commercio della pasta, in una bolla papale del 1641 impose una distanza minima di 24 metri tra un negozio e l’altro.

Le innovazione tecniche
Fino alla seconda metà del XVIII secolo l’impasto della semola con l’acqua veniva effettuato con i piedi. Questo metodo fu utilizzato fino a quando Ferdinando II, Re delle Due Sicilie dal 1830 al 1859, incaricò lo scienziato Cesare Spadaccini di inventare un processo meccanico.
I primi torchi idraulici comparvero intorno al 1870, mentre verso la fine del secolo la lavorazione della pasta avveniva attraverso macchine funzionanti tramite vapore o energia idraulica. La prima macchina in grado di eseguire tutte le parti del processo produttivo fu brevettata nel 1933.

Il Futurismo contro la pastasciutta
Nei primi anni ‘30, il movimento Futurista che voleva rinnovare l’Italia cercò di rinnovare anche le abitudini alimentari degli italiani. Fu così che Marinetti, in un atto dimostrativo, sparò un colpo di rivoltella contro un vassoio di spaghetti, convinto che per il benessere del paese fosse necessaria “l’abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana”. Ci ripensò, perché nel 1936 si fece fotografare in un ristorante alle prese con un piatto di spaghetti.

La contemporaneità e la pubblicità
Oggi, la storia della pasta s’intreccia anche con la storia della pubblicità. I grandi marchi del settore hanno infatti contribuito a diffondere la propria immagine sui mass-media grazie a spot suggestivi ed emozionanti, testimonial famosi, messaggi che uniscono tradizione e innovazione di prodotto. Ma soprattutto grazie alla qualità che le aziende produttrici continuano a migliorare nel tempo, vera ambasciatrice di un prodotto che è il simbolo dell’Italia nel mondo.

Processo produttivo
Il processo di fabbricazione della pasta è mutato attraverso gli anni, ma il prodotto è rimasto sempre lo stesso: una semplice miscela di semola di grano duro e acqua.
Mentre la pasta fresca viene preparata anche con farina di grano tenero, per la pasta secca in Italia si utilizza esclusivamente semola di grano duro.

Grano duro e grano tenero sono due varietà del cereale più diffuso al mondo: il frumento. In Italia si coltivano entrambi: il primo è più diffuso nelle regioni meridionali e in particolare in Puglia; il secondo ha una migliore produttività in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La legge italiana stabilisce che per produrre pasta secca si può usare soltanto semola di grano duro. Questo perché la semola di grano duro contiene quel glutine tenace che permette alla pasta secca di tenere la cottura e di restare al dente.

Di seguito, le varie fasi del processo produttivo della pasta secca.

Macinazione
Il frumento viene portato al mulino per essere setacciato, ripulito dalle impurità e infine macinato, al fine di ottenere semole delle migliori qualità.

Impasto e gramolatura
La semola di grano duro viene impastata con acqua purissima. In questo modo l'amido e le proteine si legano all'acqua e inizia a formarsi il glutine, una rete proteica che lega i granuli d'amido idratati. Con la successiva fase della gramolatura, l'impasto diventa omogeneo ed elastico.

Trafilazione
L'impasto così ottenuto viene poi modellato dalle trafile, che determinano la forma prescelta. Dopo questa operazione l'impasto contiene circa il 30% d’acqua, troppa per essere conservato correttamente.

Essiccamento
È il momento più delicato di tutto il ciclo produttivo, la cui durata varia in funzione del tipo di pasta da produrre. Con l’essiccamento, la pasta viene ventilata con aria calda in modo da eliminare notevolmente il contenuto di acqua e rientrare nei parametri previsti dalla legge: l'umidità finale non deve essere infatti superiore al 12,5%.

Raffreddamento
L'elemento finale dell'essiccatoio è il raffreddatore, che porta a temperatura ambiente la pasta precedentemente ventilata.

Confezionamento
La pasta viene infine confezionata in astucci di cartone o in sacchetti trasparenti, che hanno la funzione sia di proteggere il prodotto da contaminazioni di agenti esterni, sia di presentarlo all'acquirente corredato da un’adeguata informazione.

World Pasta Day
Il 25 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Pasta, il World Pasta Day, attraverso iniziative promozionali ed eventi che possono svolgersi, anche parallelamente, in diverse parti del mondo.

Obiettivo dell’iniziativa è celebrare la pasta e comunicarne i pregi nutrizionali a media e consumatori. La pasta, alimento totale e consumata in tutti i continenti, è infatti in grado di soddisfare i primari requisiti dell’alimentazione e di esaltare le più ricercate sperimentazioni in campo gastronomico.

La prima edizione del World Pasta Day si è tenuta nel 1998 a Napoli. Da allora in poi l’appuntamento è stato confermato ogni anno, spostandosi a Genova (1999), Roma (2000, 2001 e 2002), Napoli (2003), New York (2004), Barcellona (2005), Roma (2006), Città del Messico (2007), Istanbul (2008), New York (2009), Rio de Janeiro (2010) e ancora Roma (2011).

La Giornata Mondiale della Pasta viene organizzata anche con il supporto dell’UN.A.F.P.A. (Unione delle Organizzazioni dei Produttori di Pasta dell’UE), della quale l’AIDEPI detiene la Segreteria dal 1994, e dell’IPO (International Pasta Organization), della quale l’AIDEPI cura la Segreteria a partire dalla sua costituzione, avvenuta nel 2005.
L’UN.A.F.P.A. comprende attualmente 12 Associazioni europee di produttori di pasta, in rappresentanza di altrettanti Paesi, e si prefigge di tutelare interessi e specificità del prodotto nell’ambito delle politiche regolative condotte dalle istituzioni europee.
L’IPO è l’organizzazione internazionale che promuove il consumo e la conoscenza della pasta nel mondo, rendendo il consumatore maggiormente consapevole del valore nutrizionale e degli effetti benefici della pasta. L’IPO, inoltre, tutela i comuni interessi del settore, salvaguardando l’immagine dell’industria della pastificazione a livello internazionale.



Antica Pasteria – Biorigin di D. Lazzaroni & C. S.p.A.
Corso Europa, 9
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80054 Gragnano (NA)
Tel. 081.8011002
Fax. 081.8012937

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associati
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Via E. Balestreri, 236 – Z. I.
55029 Ponte a Moriano (LU)
Tel. 0583.40521
Fax. 0538.406501

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Pastificio Rigo S.r.l.
Via Asolana 28/L
31017 Crespano del Grappa (TV)
Tel. 0423.53018
Fax. 0423.538948

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Picchiotti Pasta Fresca S.r.l.
Via Provinciale di Mercantale, 108/D
50059 Vinci (FI)
Tel. 0571.902747
Fax. 0571.902747

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Rustichella D'Abruzzo S.p.A.
Piazza dei Vestini, 20
65019 Pianella (PE)
Tel. 085 971308
Fax. 085 972521

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Tamma Industrie Alimentari di Capitanata S.r.l.
Corso del Mezzogiorno, 15
71100 Foggia (FG)
Tel. 0881.308111
Fax. 0881.661368

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In cifre
Tonnellate
Milioni di euro
Produzione
3.316.728
4.492
Esportazioni
1.775.883
1.817
Consumi totali
1.540.846
Consumo pro capite (kg)
25,90
Fonte: AIDEPIAnno:2011

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