PASTIFICIO "ALFONSO GAROFALO
TITOLO AZIONARIO EMESSO DA UN PASTIFICIO GRAGNANESE di N. Ruocco
http://www.nicolaruocco.com/storia/storia-gragnanese/
PIANTA DEL PASTIFICIO "ALFONSO GAROFALO" E LA "BRAIBANTI" di N.Ruocco (26/06/2010)
Diversi tra i maggiori Pastifici gragnanesi di inizio '900 nel pieno sviluppo industriale e commerciale dell'arte bianca emisero titoli azionari pervenendo Società con capitale diviso in azioni. Capofila di tutti fu il Pastificio A. Garofalo, il quale, come testimonia il raro documento a lato, nel gennaio 1903 rilasciò azioni pari ad un capitale (enorme) di 400.000 lire interamente versato e diviso in 4000 azioni del valore di 100 lire cadauna. Il documento a lato, nello specifico, riguarda dei cedolini di azioni (visibili in basso) pari a 10 azioni da 1.000 lire ciascuna. Ogni singola cedola annessa al documento, riguardava ogni singolo dividendo nei successivi anni dall'emissione. I Pastifici gragnanesi, furono non solo maestri nella produzione di pasta, ma anche assoluti precurosi nel settore finanziario. (N. Ruocco)
Schema delle infeudazioni del "castellum" di Gragnano
tratto da N. RUOCCO "Gragnan..è" I Capitolo
RIPRODUZIONE VIETATA
L'ANNOSA QUESTIONE STORICA DELLE ACQUE GRAGNANESI TRA TITOLARITA' PRIVATA E INFLUENZA POLITICA di N. Ruocco
La titolarità e l'utilizzo delle acque gragnanesi è oggetto di vicende e controversie storiche di non poco rilievo; vicende che sono state direttamente funzionali allo sviluppo economico-strutturale dell'arte bianca a Gragnano. Le due sorgenti locali, Forma e Imbuto, erano proprietà fin dal 1616 della nobile famiglia dei Quiroga, che le detenne, molto presumibilmente assieme a diversi mulini per la macina lungo la valle, fin all'inizio del 1800. Precisamente fino al 1815, quando furono vendute al Municipio di Gragnano. Occore dire, che tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800 lungo la Valle dei Mulini si esercitava una attività di sola molitoria, e l'acqua era pertanto necessaria al solo funzionamento dei circa venti, trenta mulini operanti al periodo. Nella seconda metà del 19imo secolo, soprattutto dopo la liberalizzazione del "jus di fare e vendere maccaroni" (a partire dalla delibera di Municipalità 20 agosto 1805) e con i successivi interventi tesi a regolamentare l'esercizio della produzione e vendita di paste lunghe, gradualmente si svilupparono in città diversi opifici familiari e fabbriche. In questa prospettiva, l'acqua delle sorgenti divenne elemento di necessità non più dei soli mulini, ma rivolta ad un utilizzo strategico per le fabbriche che di lì a breve stavano per accrescere nel territorio. Fu questa la motivazione che indusse la marchesa Quiroga, con la compiacenza forse di qualche amministratore cittadino, a riacquistare le acque nel 1847. Dopo pochi anni, considerato l'evidente status di monopolio privato sull'utilizzo delle acque gragnanesi, il Municipio decise di riacquistarne la titolarità. Ci vollero però circa 20 anni di trattative affinchè il Municipio riacquistasse definitivamente le sorgenti nel 1894 nel pieno boom industriale dei pastifici gragnanesi. Questo sia per la ragione poc'anzi ascritta, sia per predisporre future opere tendenti all'uso dell'acqua potabile per i cittadini. Tuttavia le proteste di questi ultimi furono notevoli: il Comune infatti, tralasciando momentaneamente le opere per la potabilità cittadina, decise di concedere l'utilizzo gratuito dell'acqua ai Pastifici, mentre i cittadini erano costretti a servirsi ancora delle fontane pubbliche in strada. Questa scelta, sottolineata da più di uno storico locale, potrebbe trovare la sua ragion d'essere nel tentativo di combattere in quegli anni l'ascesa industriale anch'essa evidente dei diretti concorrenti gragnanesi rappresentati dai Pastifici di Torre Annunziata. Di Acquedotto comunque si comincerà a parlare solo nei primi anni del 1900. Le vicende infatti dal momento dell'acquisto da parte del Municipio di Gragnano, coinvolsero nel breve la persona del Comm. Alfonso Garofalo, proprietario dell'omonimo Pastificio e all'epoca assessore comunale. Cominciarono nuove polemiche e strategie politiche.
Dopo pochi mesi la protesta fu introdotto dal Comune il pagamento di un dazio per l'utilizzo industriale dell'acqua ma a cifre quasi irrisorie: lo stesso Pastificio Garofalo, ad esempio, utilizzando circa 1400 metri cubi di acqua al giorno, pagava il modico prezzo per quel tempo di 2.000 lire annue, cioè 0,0039 lire a metro cubo. Quando l'opinione cittadina, come prevedibile, cominciò nuovamente a farsi sentire, lo stesso Alfonso Garofalo, per gestire complessivamente la distribuzione delle acque, facendo leva anche sull'opinione pubblica, propose con l'aiuto di una sua persona di fiducia la costituzione di una ditta chiamata "Impresa cittadina", inneggiando alla necessità di far rimanere le acque nel solo territorio cittadino. Obiettivo di questa società era però quello di arrivare ad aggiudicarsi la gestione complessiva. Pochi giorni la costituzione, il 16 luglio 1898 fu affisso per le strade di Gragnano il manifesto di cui a lato. "Impresa cittadina" però nascque e morì al tempo stesso con questo manifesto, una volta scoperto chi realmente stava dietro a questa iniziativa. Nel frattempo la marchesa Quiroga, pur avendo venduto le sorgenti, incassava ex contractu dal Comune, interessi marginali sull'acqua pari a circa 18.000 lire annue, e al tempo stesso, degli eredi dei Dello Joio e della famiglia Sorrentino si contendevano in una disputa al tribunale la comproprietà della sorgente Imbuto. Insomma era un clima di grande caos ed incertezza amministrativa, dove a farne le spese erano i poveri cittadini gragnanesi.
Nel 1899 fu avanzata e avallata con la spinta politica del Garofalo, una proposta a nome dell'Ing. Gaetano Monaco di gestione dell'appalto delle acque gragnanesi. Avvenne la cd. "concessione Monaco". A tal riguardo, gli oppositori politici del Garofalo insorsero fermemente, ricorrendo al Prefetto ed alla Giunta Provinciale Amministrativa, e redigendo un apposito dossier intitolato "Ragioni, atti e documenti contro la progettata concessione Monaco" datato 5 ottobre 1900 e firmato dal consigliere comunale Luigi Savoia. Sta di fatto che pochi anni dopo anche questa concessione fu cessata, ritornando la gestione delle acque, status quo ante, all'ente comunale. Va da sè, che questa vicenda, molto poco trattata dalla storiografia gragnanese, determinò non poco l'andamento economico dei pastifici gragnanesi tra la fine dell'800 e l'inizio del'900, e incise al tempo stesso sull'evoluzione strutturale della stessa Gragnano. Anche ai giorni nostri, soprattutto in quest'ultimo periodo, si ritorna a discutere sulla titolarità della gestione delle acque, oggi in mano ad una Società di compartecipazione privata-pubblica. Corsi e ricorsi storici. (N. Ruocco)
I PASTIFICI DI INIZIO '900: POLITICHE DI MARKETING CON 100 ANNI DI ANTICIPO! di N. Ruocco
La passione gragnanese per le antiche etichette della pasta è cosa ben nota, come è altrettanto nota la bellezza delle etichette dei Pastifici gragnanesi di fine ottocento, inizio novecento. Pochi sanno tuttavia che i Pastifici Gragnanesi furono assoluti precursori in materia di tutela di quello che noi oggi tecnicamente chiamiamo "commercial brand" (marchio di mercato). Anzitutto, come è possibile notare dalle foto in alto, numerose erano le etichette, soprattutto dei maggiori Pastifici (Emidio Di Nola, Garofalo, D'Apuzzo ecc.) che detenevano il loro marchio in forma registrata, cosa che burocraticamente doveva al tempo avvenire previa una documentazione redatta in rogito notarile e presentata alla Camera del Commercio e dei Brevetti. Questo dato, che oggi appare assolutamente come formale procedura per quasi tutti i marchi, risultava essere decisamente innovativo e fors'anche lungimirante circa ben 100 anni fa. In un periodo nel quale vi era la cultura più del brevetto di una idea, di una macchina o di una particolare realizzazione, che di un deposito registrato di un marchio. Rappresentava, ed è giusto darne il meritato risalto, una importante politica di valorizzazione del prodotto che sappiamo aver avuto uno straordinario rilievo nel mercato del tempo; insomma una concreto esempio di marketing applicato. Ma non finisce qua. L'eccellenza del prodotto era determinata anche da una serie di peculiarità di carattere prettamente commerciale che ne accrescevano ulteriormente il rilievo in termini di visibility rating (livello di visibilità). Con ciò mi riferisco a piccoli particolari fino ad ora poco messi in risalto dalla storiografia gragnanese.
Faccio riferimento ad alcuni dettagli emersi guardando con attenzione alcune etichette di pasta. Diversi Pastifici riportavano su di esse annotazioni di Premiazioni con medaglie d'oro a diversi GranPremi ed Esposizioni. E' il caso del Pastificio Natale Russo "GranPremio e Medaglia d'Oro all'esposizione di Napoli 1906", Pastificio Francesco D'Apuzzo "Medaglia d'Oro 1878", Pastificio Gaetano D'Apuzzo "Medaglia d'Oro Parigi 1878", e "Medaglia d'Argento Napoli 1891" e altri ancora. Da questo piccolo particolare rileviamo che, non solo vi era una concreta politica di tutela del prodotto, ma nondimeno si cercava di portare avanti un processo di internazionalizzazione dello stesso mediate esposizioni di settore (quelle che noi oggi chiamiamo comunemente expò) e concorsi fieristici. Tuttavia, occorre dire per onor del vero, che non abbiamo in nostro possesso notizie storiche dettagliate su tali avvenimenti e concorsi, ma sicuramente possiamo affermare che riguardarono le più importanti industrie del periodo, e che ebbero luogo maggiormente in Francia. Resta beninteso, che anche queste partecipazioni concorsuali dei Pastifici gragnanesi rappresentarono un ottimo espediente di promozione della già ben nota Pasta di Gragnano in Italia e nel mondo. Gli avvenimenti fieristici, quasi certamente, rappresentarono inoltre momenti di innovamento tecnologico e aggiornamento delle proprie strutture e macchinari adoperati. Nè è comprova il fatto che proprio a Gragnano, verso il 1910/1915 furono introdotti macchinari innovativi per l'epoca (la cd. Brabanti). Altra piccola curiosità: quasi tutte le etichette della pasta di Gragnano recavano raffigurazioni di una o più medaglie d'oro dedicate al Re Vittorio Emanuele ed alla Casa Savoia. (N. Ruocco)
CURIOSITA'.. FOTOGRAFICA! di N. Ruocco
Sfogliando l'archivio in mio possesso di antiche foto gragnanesi, la mia attenzione è stata attirata su alcune fotografie scattate nello stesso istante e nel medesimo luogo, ma che avevano figure diverse. E' il caso questo in particolare di due fotografie che ritraggono due luoghi differenti: la prima, che è questa a lato, istantanea del Past. E. DiNola; una seconda è quella che ritrae Via P. Nastro verso il senso opposto alla marcia (foto in basso). Riferendoci alla prima foto, possiamo notare guardando le due immagini presenti che l'oggetto fotografato, vale a dire il Pastificio E. DiNola e lo stabile adiacente, sono esattamente eguali in entrambe le foto; come sono uguali anche nella loro posizione le 5-6 persone sul ciglio della strada. Ciò vuol dire che la foto è esattamente la stessa. Ma allora, cosa ci fa quella carrozza in strada nella seconda foto?
E' la medesima cosa che accade nell'altra immagine sopra menzionata: immagine come detto che ritrae Via P. Nastro. In una vi è una figura maschile sulla destra che cammina lungo la strada, e in un'altra immagine, praticamente identica in ogni dettaglio alla prima, compare una seconda figura femminile. Ebbene, o siamo davanti al raro e alquanto bizzarro caso di due foto scattate in attimi poco distanti ma con cambiamenti repentini (tipo l'arrivo della carrozza, o il sopraggiungere di una nuova persona) oppure, e credo sia questa la tesi veritiera, le due foto sono state oggetto di una piccola aggiunta grafica da parte di qualche fotografo burlone circa 15/20 anni fa, essendo l'ultima ristampa delle foto in questione risalente a quel periodo. Occorre dire però, che le tecnologie del tempo difficilmente permettevano una simile cosa. Insomma, siamo dinanzi ad una vera e propria curiosa stranezza! (N. Ruocco)
http://www.nicolaruocco.com/storia/storia-gragnanese/
PIANTA DEL PASTIFICIO "ALFONSO GAROFALO" E LA "BRAIBANTI" di N.Ruocco (26/06/2010)
Pianta del Pastificio "A. Garofalo" sito in Via Roma, all'apice del suo sviluppo. Da notare sul retro del fabbricato la ciminiera in muratura, unica presente oggi a Gragnano, alta più di 30metri. Il Pastificio Garofalo rappresentava nei primi anni del 1900 il massimo dell'industrializzazione Gragnanese. Si possono osservare sulla pianta le sale per l'asciugamento della pasta, la sala macchine con le nuove Braibanti e gramole meccaniche, la sala per la caldaia e aree annesse per le materie prime e il carico e scarico merci. Documento tratto da AA.VV. "Manifatture in Campania: dalla produzione artigiana alla grande industria", Napoli, 1983, pag. 186. In basso si può osservare una foto delle macchine Braibanti per un nuovo sistema di trafilatura della pasta. Anch'esse naturalmente furono acquistate ad inizio secolo e poi impiegate in diversi pastifici gragnanesi, riducendo sensibilmente il tempo della lavorazione, ma anche la manodopera. E' rimasto infatti nei nostri ricordi un detto "Vennet 'a braibanti, e 'nguaiaj a tutt quant!" (N. Ruocco)
Sistema Braibanti
Mulini e pastifici
Le attività manifatturiere della macinazione del grano e della fabbricazione della pasta sono intimamente collegate con i bisogni primari della numerosa popolazione della città e della provincia di Napoli, e con abitudini alimentari che vedono da sempre il pane elemento essenziale della dieta ed il consumo di pasta in costante ascesa rispetto alle verdure molto usate nel medioevo e nell'età moderna. Sul territorio della provincia pertanto sono presenti da secoli i mulini, in genere idraulici e con macine di pietra, e piccoli nuclei di artigiani maccaronari. Una presenza importante di mulini e dei primi piccoli pastifici si verifica tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento in alcune località non lontane da Napoli e ben collegate con il grande granaio della Puglia: in particolare Torre Annunziata e Gragnano.
Le attività manifatturiere della macinazione del grano e della fabbricazione della pasta sono intimamente collegate con i bisogni primari della numerosa popolazione della città e della provincia di Napoli, e con abitudini alimentari che vedono da sempre il pane elemento essenziale della dieta ed il consumo di pasta in costante ascesa rispetto alle verdure molto usate nel medioevo e nell'età moderna. Sul territorio della provincia pertanto sono presenti da secoli i mulini, in genere idraulici e con macine di pietra, e piccoli nuclei di artigiani maccaronari. Una presenza importante di mulini e dei primi piccoli pastifici si verifica tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento in alcune località non lontane da Napoli e ben collegate con il grande granaio della Puglia: in particolare Torre Annunziata e Gragnano.
Nell’Ottocento postunitario si afferma il mulino a cilindri (di metallo), mosso per lo più dall'energia del vapore e situato soprattutto nelle località costiere, dove è più facile far arrivare il carbone e grandi partite di grano; i pastifici diventano più grandi ed iniziano ad utilizzare macchine mosse dal vapore, per impastare, gramolare e trafilare la pasta. A Napoli negli anni ’80 viene fondata un’azienda molitoria di grandi dimensioni: la Bodmer & C., con la partecipazione della banca Napoletana, di due imprenditori stranieri del settore, Wegman e Bodmer, di alcuni ricchi commercianti di grano meridionali, tra cui il pugliese Pavoncelli. L’azienda ha due mulini – uno nella zona orientale di Napoli e l’altro a San Giovanni – due macchine a vapore e 24 macine a cilindro, nonché grandi capitali, ma incontra presto notevoli difficoltà a causa degli alti costi di produzione e dei conseguenti alti prezzi del prodotto finito. Negli anni ’90 viene ceduta alla società romana Pantanella.
Esiti migliori hanno nello stesso periodo alcune fabbriche di medie dimensioni, localizzate per lo più a Torre Annunziata, in cui spesso si abbina la macinazione con la fabbricazione della pasta. In particolare la Domenico Orsini e la Francesco Scafa e C., che fanno da aziende guida a tutto il vasto complesso manifatturiero della cittadina nel settore: circa cento aziende, alcune dedite sia alla macinazione che alla pastificazione, la maggior parte alla sola produzione dei maccheroni. Analoga, anche se con numeri inferiori, la situazione nella vicina cittadina di Gragnano, dove una sessantina di fabbriche, per lo più dedite alla sola produzione di pasta, hanno come azienda guida il grande mulino e pastificio di Alfonso Garofalo, che ad inizio Novecento si trasforma in società per azioni.
A partire dalla fine dell’Ottocento inizia il periodo d’oro dell’industria della pasta campana, caratterizzata anche da un'enorme crescita delle esportazioni verso le Americhe, dove diviene sempre più numerosa la popolazione di origine italiana. In grande progresso a Torre Annunziata è una decina di società medio-grandi, tra cui alcune di proprietà degli Orsini, dei Fabbrocino e dei La Rana, in cui sono attivi anche imprenditori e finanzieri di altre località della Campania, soprattutto napoletani e casertani. Accanto alle aziende maggiori opera un centinaio circa di aziende medio-piccole. Nel complesso al momento dello scoppio della prima guerra mondiale i pastifici di Torre Annunziata producono circa 1.200.000 quintali di maccheroni.
A Gragnano è in grande espansione il Mulino e pastificio Alfonso Garofalo, trasformato in società anonima nel 1903. È la maggiore impresa della seconda cittadina della pasta campana, grande pastificio e prima ancora enorme mulino, fornitore degli sfarinati da trasformare alle decine di piccole fabbriche locali, azienda trainante sotto l’aspetto tecnologico per le non molte fabbriche di medio livello operanti a Gragnano, soprattutto la Alfonso di Nola & figli, la D’Apuzzo, la Nastro.
Le aziende di Gragnano e Torre Annunziata, ma anche alcuni pastifici di Napoli, San Giovanni a Teduccio e Castellammare di Stabia sono in questo periodo le maggiori protagoniste della corsa inarrestabile delle esportazioni di pasta italiana verso le Americhe, che durerà circa un ventennio: dai 100.000 quintali del 1895 a 700.000 nel 1913.
Esiti migliori hanno nello stesso periodo alcune fabbriche di medie dimensioni, localizzate per lo più a Torre Annunziata, in cui spesso si abbina la macinazione con la fabbricazione della pasta. In particolare la Domenico Orsini e la Francesco Scafa e C., che fanno da aziende guida a tutto il vasto complesso manifatturiero della cittadina nel settore: circa cento aziende, alcune dedite sia alla macinazione che alla pastificazione, la maggior parte alla sola produzione dei maccheroni. Analoga, anche se con numeri inferiori, la situazione nella vicina cittadina di Gragnano, dove una sessantina di fabbriche, per lo più dedite alla sola produzione di pasta, hanno come azienda guida il grande mulino e pastificio di Alfonso Garofalo, che ad inizio Novecento si trasforma in società per azioni.
A partire dalla fine dell’Ottocento inizia il periodo d’oro dell’industria della pasta campana, caratterizzata anche da un'enorme crescita delle esportazioni verso le Americhe, dove diviene sempre più numerosa la popolazione di origine italiana. In grande progresso a Torre Annunziata è una decina di società medio-grandi, tra cui alcune di proprietà degli Orsini, dei Fabbrocino e dei La Rana, in cui sono attivi anche imprenditori e finanzieri di altre località della Campania, soprattutto napoletani e casertani. Accanto alle aziende maggiori opera un centinaio circa di aziende medio-piccole. Nel complesso al momento dello scoppio della prima guerra mondiale i pastifici di Torre Annunziata producono circa 1.200.000 quintali di maccheroni.
A Gragnano è in grande espansione il Mulino e pastificio Alfonso Garofalo, trasformato in società anonima nel 1903. È la maggiore impresa della seconda cittadina della pasta campana, grande pastificio e prima ancora enorme mulino, fornitore degli sfarinati da trasformare alle decine di piccole fabbriche locali, azienda trainante sotto l’aspetto tecnologico per le non molte fabbriche di medio livello operanti a Gragnano, soprattutto la Alfonso di Nola & figli, la D’Apuzzo, la Nastro.
Le aziende di Gragnano e Torre Annunziata, ma anche alcuni pastifici di Napoli, San Giovanni a Teduccio e Castellammare di Stabia sono in questo periodo le maggiori protagoniste della corsa inarrestabile delle esportazioni di pasta italiana verso le Americhe, che durerà circa un ventennio: dai 100.000 quintali del 1895 a 700.000 nel 1913.
Storia Gragnanese sezione quarta
GRAGNANO CITTA' DELLE CENTO FABBRICHE DI PASTA di N.Ruocco (24/07/2010)
In diversa sede abbiamo già discusso circa talune peculiarità e aspetti della pastificazione gragnanese nel suo periodo di maggior splendore. Molti erano gli opifici che aggraziavano le principali strade cittadine, dal Corso Sancio alla Piazza Conceria, da Via San Marco a quelli di Piazza San Leone; ognuno con una propria storia, discendenza familiare e aneddoti vari. Provo in queste righe successive a riportare quelli da me a conoscenza attraverso il testo riferimento del Prof. Del Gaudio "Gragnano, maccarunaro, stracciaculo e lupomannaro", citazioni in testi dell'800, e da alcune testimonianze appuntate. Un lavoro arduo, che pur alcuni pastifici ha tralasciato considerate le esigue fonti su tale argomento, ma un lavoro che premia la nostra necessità di conoscenza di quella che è stata una pagina stupenda della storia di Gragnano: la Gragnano delle 100 fabbriche di pasta! Una pagina di storia tutta da "sfogliare". (N. Ruocco)
"Pastificio Rinomato e Moderno Molino a cilindri Natale Russo" fondato nel 1872, prima ubitato in Via Forchetelle poi Via S.Marco;
"Pastificio di Prim'Ordine F. & G. Russo fu Natale", figli di Don Natale, fondarono un nuovo pastificio a Villa Capriglione;
"Pastificio Angelo Vicinanza" fondato in Via S.Marco, fine '800;
"Molino ed Igienico Pastificio Meccanico Vincenzo Mariconda", fondato nel 1880 in Via S.Marco, proprietario appartenente alla rinomata famiglia dei Mariconda, di cui ricordiamo Andrea Mariconda, noto giurista e professore universitario;
"Pastificio Alfonso Vicinanza", fondato nel 1880 in via S.Marco;
"Pastificio Cav. Giovanni Vicinanza", figlio di Alfonso Vicinanza, situato in Via S. Caterina; molto bella una sua etichetta in carta velina con scritte color oro;
"Pastificio Don Filippo Liguori" fondato nel 1840, Don Filippo fu un ricco commerciate mandato poi in disgrazia economica dalla figlia Donna Annunziata;
"Fabbrica di Paste Alimentari Cav. Olimpio Afeltra", fondata nel 1848 in Via Roma, tra i pastifici più grandi assieme al Garofalo, e con esso tra i primi ad acquistare le macchine Braibanti e celle Cirillo;
"Antica Fabbrica di Paste Don Nicola Fenizio" fondata dal commerciante invero non di origini Gragnanesi bensì napoletano, Don Nicola Fenizio nel 1840. Siccome commerciava molta pasta al di fuori di Gragnano, si narra fu molto osteggiato dalle Amministrazioni comunali e dagli stessi altri fabbricanti di paste per una questione legata ai dazi sulle paste esportate. Alvino, nel suo "Viaggio da Napoli a Castellammare", Napoli, 1845 afferma: "Oggidì n'è molto perfezionata la costruzione, così che Nicola Fenizio, ch'è celeberrimo intraprendente, ha fatto nella sua fabbrica 4 torchi idraulici che lavorano a meraviglia"; la fabbrica fu poi rilevata da Aiello;
"Moderno Pastificio V. Lauritano" situato in Via Castellammare, e fondato nel 1850 circa;
"Pastificio Cipolla" il Cav. Cipolla rilevò il pastificio Lauritano ma per breve periodo;
"Pastificio Cav. Giovanni Di Nola", successiva gestione di fine '800 del pastificio Cipolla;
"Pastificio Impero di Giuseppe De Martino", oggi l'attuale Pastificio Di Martino;
I LIGUORI..
"Pastificio Don Gaetano Liguori" fondato nel 1795; ottenne la concessione comunale il 16 agosto dello stesso anno; pare che fu saccheggiato da alcune truppe francesi del Gen. Championnet nel 1799; l'attività fu continuata dai figli con un nuovo opificio;
"Pastificio Vincenzo Liguori" fondato nel 1820 dal figlio di Don Gaetano; Vincenzo Liguori fu tra i promotori del Regolamento comunale sulla senzalia;
"Fabbricazione di Paste Alimentari G. & G. F.lli Liguori fu Vincenzo" fondato nel 1850 circa in Via Roma dai nipotii di Don Gaetano Liguori Giuseppe e Gerardo; riuscirono ad esportare pasta di Gragnano in Australia; pare (da fonti del prof. Carlo Del Gaudio ndr.) che il re Ferdinando di Borbone nel 1845 provò la loro pasta ed ebbe ad esclamare: "Cibo genuino i maccheroni, come genuini sono gli uomini di Gragnano"; Giuseppe fu il primo Presidente dei festeggiamenti del Carmine;
"Grande Pastificio Elettrico Adelina Liguori e F.lli" eredi dei Liguori che portarono avanti tra la fine dell'800 e i primi anni del '900 il pastificio; è durante il loro periodo che nascerà la marca "Alba d'oro" una tra le più conosciute per la pasta di Gragnano; il pastificio passerà poi a Giovanni Liguori; lo stabilimento Liguori oggi proprietà P.A.M. della famiglia Casillo opera ancora risultando tra i maggiori stabilimenti gragnanesi;
__________
"Fabbricante di Paste Alimentari Lunghe e minute Vincenzo Galasso" fondato forse verso il 1880; non si hanno ulteriori notizie a riguardo;
"Stabilimento Industriale di Paste Alimentari Nicola Cuomo" fondato nel 1856; il proprietario Don Nicola Cuomo fu Sindaco di Gragnano dal 1850 al 1859;
"Molino e Pastificio Ruocco Raffaele fu Giannangelo" fondato nel 1899 in società col nipote dell'ex Sindaco Don Nicola Cuomo;
"Premiato Pastificio Elettrico Giovanni Afeltra", fondato nel 1890 in via S.Marco, tra i vincitori di alcune medaglie d'oro ai Grand Prix francesi d'esposizione;
"Stabilimento a Vapore e Molino Francesco Cavaliere", fondato nel 1870 in Via Nuova S. Leone;
"Moderno Pastificio Elettrico Paolo Di Nola", fine '800, famosa la sua etichetta per il tavolo imbandito con sfondo il golfo di Napoli;
"Moderno Pastificio Elettrico Di Nola & D'Auria" nuovo pastificio del Di Nola fondato in società;
"Premiato Pastificio e Molino Raffaele D'Apuzzo fu Francesco" fondato verso il 1870 in zona Piazza San Leone, lo stabilimento passerà poi ai Parlato;
"Premiato Pastificio Guglielmo D'Apuzzo ex Pastificio S.Gerardo" fondato nel 1850, medaglia d'oro nel 1878;
"Paste Alimentari Gaetano Faella" fondato nel 1870, prima in via S.Croce, poi Piazza S.Leone nell'attuale sede, oggi ancora in attività;
"Fabbricanti di Maccheroni Filippo & F.lli Somma" fondato nel 1830 in via S.Marco; uno dei fratelli Somma Don Francesco Saverio fu parroco nel 1857 della chiesa di Sigliano. In realtà è uno degli opifici più antichi di Gragnano, infatti già nel 1644 operava a conduzione familiare guidato da Don Giuseppe de Somma, anch'esso parroco della chiesa di S. Marco. Medaglia di bronzo all'esposizione di Parigi del 1867;
"Premiata Fabbrica di Paste Gabriele Somma" , sempre in via S.Marco un'altro dei fratelli Somma, Gabriele, si dedicò con un proprio pastificio;
"Paste Genuine L. De Rosa", si hanno poche informazioni a riguardo se non una sola etichetta di buona fattura; forse era situato nello stabile De Rosa in Via Ponte della Rocca;
"Moderno Pastificio Ditta Alfonso Aiello" fondato nel 1850 in Via S.Leone; alla morte di Alfonso Aiello il pastificio passò al Cav. Francesco Saverio Aiello; ha operato fino agli anni '60; anche la sua etichetta riporta un disegno di un tavolo imbadito con sfondo il golfo di Napoli;
"Pastificio S. Antonio" non si hanno notizie precise, eccetto che il nome di questo pastificio appare scritto nelle etichette di Giovanni Gentile con la scritta "fondato a Gragnano nel 1780";
"Pastificio Giovanni Gentile" operante in Via S.Marco nella seconda metà del 1800; la sua etichetta risulta essere tra le più suggestive con un disegno di un leone ruggente che doma la bandiera del tricolore italiano; forse in precedenza acquistarono il Pastificio S.Antonio
"Pastificio con Lavorazione a mano Marcantonio Iozzino" inizio '800; Iozzino ebbe da parte della moglie Serafina Di Nola in eredità il mulino "Lo monaco";
"Pastificio Tommaso Iozzino fu Marcantonio", fu aperto da Tommaso nipote di Marcantonio nel 1850; ereditò la quarta parte del molino "Lo monaco", e più volte la ipotecò per numerosi prestiti di denaro che gli occorrevano per mandare avanti il suo pastificio; il nipote avviò nel 1907 una attività di vendita di fretta secca, ancora oggi operante in via Castellammare a cura sempre di eredi Iozzino;
"Moderno e Perfezionato Pastificio La Gragnanese" pastificio che operò negli anni '30 in Via S. Caterina guidato sempre da un nipote di Tommaso Iozzino, in società con Dello Iojo e D'Auria;
"Fabbrica di Maccheroni e Pasta lavorata a mano Gaetano Del Gaudio", operò dal 1820 al 1840, allorquando il Del Gaudio decise di spostarsi in altra città;
"Maccaroneria Michele Esposito" operò dal 1840 circa in Piazza Paride Del Pozzo, successivamente si trasformò in forno e panificio;
"Fabbrica di Paste M. Di Martino - F. Mariconda - Buondonno" nata all'incirca nel 1870 in Via Roma. Il Prof. Del Gaudio riferisce che la scritta la quale ancora oggi è possibile vedere in rosso su un palazzo in Via Roma era dove un tempo risiedeva questo opificio;
"Primaria Fabbrica di Paste Alimentari F.lli Scola" , fondata verso la fine del 1800 e forse risidedeva nell'antico palazzo della famiglia Scola;
"Fabbricazione Speciale di Paste Alimentari La Preferita" , fondata nel 1842, fu gestita successivamente come secondo marchio dalla Fabbrica di Paolo Di Nola e C. per l'esportazione in America a Chicago per la Ditta Henry Horner & C., così come riporta una sua etichetta, tra l'altro di buona fattura;
I GAROFALO..
"Premiata Fabbrica di Paste M. Garofalo" fondata nel 1789 da Don Michele Garofalo da un opificio già esistente già curato dai f.lli Garofalo, famiglia tra le prime ad operare nel settore; era ubicato inizialmente in Piazza Conceria, attuale stabile col riposto Gambrinus, con un annesso mulino per la macina dei grani ancora oggi visibile; l'attività fu continuata dal Figlio Nunziante;
"Fabbrica di Paste Alimentari e Molino di Prim'Ordine Alfonso Garofalo" fondata nel 1873 da Alfonso Garofalo, figlio di Nunziante. Autentico pioniere dell'arte bianca gragnanese, il Garofalo ben presto creò uno dei principali stabilimenti per la produzione di pasta in Gragnano, divenendo il maggiore esportatore in America e nel Canada. Molti piccoli opifici a conduzione familiare lavoravano per il suo marchio. Trasferì il pastificio in Via Roma costruendo un grosso stabilimento, con diverse aree per la lavorazione e le migliori macchine esistenti al periodo; nel 1903 fu uno dei primi imprenditori del settore a creare la propria azienda in forma di società per azioni, coinvolgendo alcune banche locali con investimenti in quote societarie. Più volte Assessore e poi Sindaco di Gragnano, Alfonso Garofalo fu anche personaggio molto chiacchierato per la sua influenza politica nei luoghi, e per alcune vicende riguardanti l'utilizzo delle acque provenienti dalle sorgenti della Forma, fondamentali per l'attività dei pastifici.
"Pastificio Lucio Garofalo" fondato ad inizio '900 in Piazza San Leone dal fratello di Alfonso Garofalo, Lucio allorquando i due fratelli decisero di dividersi. Famose le sue foto processionali con la fermata della Madonna del Carmine all'entrata del suo grosso portone. Il pastificio Lucio Garofalo è stato l'apripista dell'attuale Pastificio Garofalo di proprietà Menna;
_________
"Premiato Pastificio Moderno F.lli Milo" pastificio operante verso la fine del 1800, forse per breve tempo, considerata la mancanza di notizie; molto bella la sua etichetta con serigrafia delle navi che caricano la pasta di Gragnano;
"Pastificio Barbara-Anastasio" fondato verso il 1850 in Piazza San Leone tra due commercianti non nativi di Gragnano, un certo Francesco Barbara e un certo Anastasio, forse di origini napoletane; nel loro pastificio si specializzò Don Paolo Di Nola; Anastasio entrerà successivamente in società con Don Francesco D'Apuzzo;
"Premiata Fabbriche di Paste Santolo Malafronte" fondata ad inizio '800 da Santolo Malafronte, che morì poi nel 1863 e all'attività passò poi alla famiglia Cuomo; opificio famoso per il suo banditore che richiavama i passanti con filastrocche e annunci a squarcia gola; molto bella la sua etichetta che raffigura una donna che raccoglie il grano;
I DELLO JOIO..
"Fabbricanti di Paste Lunghe Dello Joio & figli" , pastificio fondato nel 1820 da Don Antonio Dello Joio in uno stabile in Piazza Conceria, e attività successivamente continuata dai figli Michele, Giovanni, Enrico e Carlo. Fu uno dei figli ad acquistare la metà del mulino Lo Monaco da Tommaso Iozzino nel 1851, atto visibile qui ;
"Fabbricanti di Paste Alimentari Enrico e Carlo Dello Joio" figli di Don Antonio Dello Joio continuarono l'attività di famiglia nella seconda metà del 1800; l'attività continuerà fino al 1910 circa attraverso Ludovico figlio di Michele Dello Joio fu Antonio;
I D'APUZZO..
"Premiato Molino e Pastificio a Vapore Francesco D'Apuzzo" fondato nel 1848 in Via S. Marco e vincitore della medaglia d'oro all'esposizione di Parigi 1878; la sua attività fu continuata dai figli; in assoluto una delle più belle la sua etichetta con l'immagine dell'aquila reale posata sulle medaglie dorate; di recente questo marchio è stato ripreso e messo in commercio da eredi D'Apuzzo;
"Pastificio Raffaele D'Apuzzo" primo figlio di Don Francesco, primo anche a fondare un suo pastificio in Via Roma nel 1864;
"Premiato Pastificio San Vincenzo di Gaetano D'Apuzzo" fondato dal figlio di Don Francesco, Gaetano D'Apuzzo dopo aver prelevato l'opificio di Paolo Di Nola verso il 1920; come simbolo si diete l'immagine ormai famosa della contadina che stringe nella sua mano delle spighe di grano; l'attività fu continuata dai figli di Gaetano, Guido e Renato D'Apuzzo, prima di cedere il marchio della Pasta D'Apuzzo ancora oggi utilizzato alla famiglia Casillo, già titolare del marchio "Liguori";
"Premiato Pastificio San Gerardo di Guglielmo e Arturo D'Apuzzo" creato ad inizio secolo in Via Della Rocca, dagli altri due figli di Don Francesco;
"Molino e Pastificio Luigi D'Apuzzo" fondato nei primi anni del 1900 da Luigi D'Apuzzo fu Francesco, si trasferì dopo poco a Castellammare di Stabia;
I DI NOLA.. (fu Raffaele)
"Premiato Pastificio di Prim'ordine Raffaele Di Nola" fondato tra il 1840 e il 1850 in Via S. Marco dal commerciante Di Nola Raffaele. Il Di Nola ebbe quattro figli: Gerardo, Antonio, Enrico ed Emidio, i quali, una volta conosciuta ed imparata l'arte della pastificazione, avviarono in proprio degli opifici. Enrico creò la marca "L'Aquila", Gerardo e Antonio fondarono anche loro un pastificio ma con poca fortuna, Emidio invece fu tra i quattro figli di Don Raffaele, quello che ebbe maggior sorte arrivando alla creazione di uno dei più famosi pastifici di Gragnano, il Pastificio Emidio Di Nola. Alla morte di Don Raffaele, fu il figlio Antonio a portare innanzi il suo pastificio;
"Produzione di Pasta Ditta Enrico Di Nola" fondata in Via S. Marco da Enrico Di Nola, detto 'o giudice, figlio di Raffaele Di Nola. La sua etichetta, marca L'Aquila, è una tra le più belle etichette storiche gragnanesi, con la raffigurazione di un'aquila posata su casse di pasta, che domina il golfo di Napoli;
"Molino e Pastificio Emidio Di Nola" fondato da Emidio fu Raffaele Di Nola nei primi anni del 1900. Emidio imparò l'arte della pastificazione nel pastificio del padre, e già verso il 1890 iniziò ad operare in proprio. Verso il 1920 si mise in società con Paolo Di Nola, col quale però, pur avendo lo stesso cognome, non vi erano vincoli di parentela. Nel 1934, una volta lasciata la società, decise di acquistare lo stabile sul Ponte della Conceria, che fu lo stabilimento del Pastificio Parlato. Il suo divenne uno dei pastifici più fiorenti in Gragnano e dove lavoravano circa 300 persone, con macchine all'avanguardia, annessa segheria, e mastodontica ciminiera, oggi non più esistente. Don Emidio, che nel frattempo ebbe il titolo di cavaliere del lavoro, si distinse molto anche nell'organizzazione dei festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine, del quale fu per diversi anni il Presidente. Senza opportunità di dubbi, la sua è stata ed è l'etichetta più conosciuta dai gragnanesi e non solo. Il gallo, simbolo del suo pastificio, divenne un vero e proprio marchio dominante per il quale venivano fatti spesse volte gadget e oggettistica. Il prof. Del Gaudio narra di una vicenda relativa ad una causa sull'utilizzo del marchio con il Pastificio Gallo di Torre Annunziata; causa però che fu vinta. Alla sua morte, l'attività fu continuata per breve tempo dalla figlia;
IN COMPLETAMENTO
Comentaris
Publica un comentari a l'entrada